domenica 23 marzo 2008

Pasqua 2008!

Cari amici, cari amiche!
No! Non sono sparito nel nulla, non ho abbandonato questo spazio virtuale che per tanti giorni mi ha consentito di essere in questa piazza denominata internet!
Sono qui per augurarvi i più sinceri, e spero più graditi, auguri di Pasqua.
Una Santa Pasqua che quest'oggi significa veramente tanto visto che il nostro mondo, i nostri cari e gli uomini in generale sono coinvolti in odii, tensioni e guerre fratricide.
Il colloquio, la mediazione, possono essere degli strumenti utili per divenire a soluzioni pacifiche che molte volte stanno dietro l'angolo della nostra coscienza.
Un colloquio non soltanto tra capi di stato, e dall'altro lato semplici uomini, ma anche tra i capi religiosi e spirituali.

L'augurio che rivolgo a voi è molto grosso e sincero, come tengo a ripetere.
La speranza di un futuro migliore e sereno è ancor più ambizioso.

AUGURI DI BUONA PASQUA!!


JACKHERO

venerdì 7 marzo 2008

Illusione? Utopia? No, soltanto pura realtà!

Un entusiasmo durato troppo poco! O forse una promessa, una delle tante da campagna elettorale, puntualmente disillusa ancor prima dell'espressione popolare. Sta di fatto che se qualche giorno fa elogiavo i toni che la campagna elettorale sta assumendo concentrandosi su dei temi politico-programmatici, è pur vero, allo stesso tempo, che gia dalla candidature, o meglio dal sistema utilizzato per le stesse, emergono le prime delusioni. Da uno schieramento all'altro. Direi che quest'oggi c'è, e ci sarà, proprio tutto e il contrario di tutto sotto tanti punti di vista. Passiamo da un criterio da Partito Democratico per la selezione degli uomini da far correre sbandierato per troppo tempo e poi puntualmente tradito ad un ulteriore criterio di rappresentatività territoriale che oggi i nostri politici credo non si ricordino più cosa sia, per finire con il famoso ma forse gia obsoleto slogan dello svecchiamento della politica. Scopriamo, infatti, in questi giorni che prima il PD vuole eliminare i c.d. colossi parlamentari e poi si mette dentro il Lumia, che è gia abbondantemente oltre la soglia massima stabilita dal proprio partito, passando per le c.d. candidature di giovani precari al posto numero 1 dei vari collegi elettorali. Assistiamo successivamente che non solo questi giovani non sono precari e anzi, in qualche caso, godono di un contratto a tempo indeterminato ma per di più vengono scesi in graduatoria in quei posti ai quali la lista difficilmente potrà arrivare. Un UDC che si riapparenta con i compagni di merende della Rosa Bianca e candida uno di quei politici vecchi e stravecchi quale l'On. De Mita del quale si potrebbe fare tranquillamente a meno. Per completare il quadro con delle candidature che non rispettano il principio della territorialità, pur di portare in Parlamento gli uomini fidati, meritocraticamente o meno. Cosicchè troviamo la Borsellino candidata in un collegio blindato dell'Emilia, la (il) Luxuria capolista della sinistra arcobaleno (ma indipendente e rappresentante di gay e transgender e non so che altro) in Sicilia Occidentale, e chissà quali, e quante, altre contraddizioni in giro per le liste. Vi invito, infatti, quando saranno completate le liste, a vedere i candidati e fare, inoltre, una piccola ricerca del loro curriculum per vedere quante contraddizioni la politica copre. Siamo, in definitiva, vittime di decisioni squallide e senza un minino di coscienziosità.

a Presto

Jackhero.

mercoledì 5 marzo 2008

Opinione da campagnolo!

A qualche ora dalla famigerata corsa ai posti tanto agognati dai candidati per uno scranno a Montecitorio o Palazzo Madama sembra che i toni della campagna elettorale, nazionale e regionale, siano su dei livelli di tipo politico e, soprattutto, programmatico. Assistiamo, infatti, a dei duelli basati su punti che denotano, probabilmente, un ritorno alla politica vera, un'attenzione ai problemi del Paese o della Regione, anzichè le solite zuffe basate su fatti personali. Infrastrutture, lavoro,tasse, sanità, politica sociale, ambiente ed energia sono soltanto alcuni dei temi, probabilmente i principali, su cui si dibatte in questi giorni. Ho apprezzato tanto l'attezione che i due candidati alla Presidenza della Regione hanno prestato a uno dei temi che io ritengo il filo conduttore o quanto meno il più importante: il problema, o gap per meglio dire, delle infrastrutture meridionali. Da sempre sono stato favorevole alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina come infrastruttura da trasporto stadale e ferroviario di massa che consenta una serie di benefici di gran lunga superiori, quantitativamente, ai costi prospettati. A questo punto, cari amici miei, prima di attaccarmi o contraddirmi consentitemi una precisazione. Non credo, infatti, in questo consiste la precisazione, che la sola costruzione del ponte, come evento unico, possa comportare l'inizio di un circolo virtuoso con obiettivo lo sviluppo meridionale, ma sono oltremodo convinto che l'asse ferrato sullo stretto riesca a far scaturire degli evidenti vantaggi soltanto se accompagnato, sia in fase pre che post, da altri interventi di incremento infrastruttrale di un certo rilievo. Mi riferisco al miglioramento, laddove sono gia presenti, di direttrici autostradali all'altezza delle nuove sfide non più, soltanto, europee bensì globali ed un conseguente adeguamento delle strade ferrate che percorrono i territori interessati. E' chiaro che una disamina del genere non potrebbe lontanamente essere considerata di rilievo nel momento in cui dimentichiamo il miglioramento delle cosidette infrastrutture da mare. Anche li la creazione di nodi logistici, gli interporti, confluirebbe perfettamente nel tessuto sociale ed economico delle terre meridionali. I vantaggi sono indubbi. I denari per la realizzazione del progetto ci sono, i fondi europei che devono essere quanto meno destinati per poter usufruire, eventualemte, delle premialità che gli stessi prevedono. Cosa manca? Probabilmente manca sempre la stessa cosa: la voglia di farle le cose o forse la paura di imbattersi in qualche fenomeno criminale che possa ritardare la realizzazione delle strutture. Certamente sono dei problemi reali, ma credo che proprio adesso le società meridionali, nella fattispecie mi riferisco ai siciliani e calabresi (i primi ad avere dei benefici diretti), siano pronti ad affrontarla a viso aperto ed armi pari. Non facciamoci scappare questo treno! Facciamoci trovare pronti con le nuove sfide che la globalizzazione prospetta!
A presto

Jackhero