mercoledì 5 marzo 2008

Opinione da campagnolo!

A qualche ora dalla famigerata corsa ai posti tanto agognati dai candidati per uno scranno a Montecitorio o Palazzo Madama sembra che i toni della campagna elettorale, nazionale e regionale, siano su dei livelli di tipo politico e, soprattutto, programmatico. Assistiamo, infatti, a dei duelli basati su punti che denotano, probabilmente, un ritorno alla politica vera, un'attenzione ai problemi del Paese o della Regione, anzichè le solite zuffe basate su fatti personali. Infrastrutture, lavoro,tasse, sanità, politica sociale, ambiente ed energia sono soltanto alcuni dei temi, probabilmente i principali, su cui si dibatte in questi giorni. Ho apprezzato tanto l'attezione che i due candidati alla Presidenza della Regione hanno prestato a uno dei temi che io ritengo il filo conduttore o quanto meno il più importante: il problema, o gap per meglio dire, delle infrastrutture meridionali. Da sempre sono stato favorevole alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina come infrastruttura da trasporto stadale e ferroviario di massa che consenta una serie di benefici di gran lunga superiori, quantitativamente, ai costi prospettati. A questo punto, cari amici miei, prima di attaccarmi o contraddirmi consentitemi una precisazione. Non credo, infatti, in questo consiste la precisazione, che la sola costruzione del ponte, come evento unico, possa comportare l'inizio di un circolo virtuoso con obiettivo lo sviluppo meridionale, ma sono oltremodo convinto che l'asse ferrato sullo stretto riesca a far scaturire degli evidenti vantaggi soltanto se accompagnato, sia in fase pre che post, da altri interventi di incremento infrastruttrale di un certo rilievo. Mi riferisco al miglioramento, laddove sono gia presenti, di direttrici autostradali all'altezza delle nuove sfide non più, soltanto, europee bensì globali ed un conseguente adeguamento delle strade ferrate che percorrono i territori interessati. E' chiaro che una disamina del genere non potrebbe lontanamente essere considerata di rilievo nel momento in cui dimentichiamo il miglioramento delle cosidette infrastrutture da mare. Anche li la creazione di nodi logistici, gli interporti, confluirebbe perfettamente nel tessuto sociale ed economico delle terre meridionali. I vantaggi sono indubbi. I denari per la realizzazione del progetto ci sono, i fondi europei che devono essere quanto meno destinati per poter usufruire, eventualemte, delle premialità che gli stessi prevedono. Cosa manca? Probabilmente manca sempre la stessa cosa: la voglia di farle le cose o forse la paura di imbattersi in qualche fenomeno criminale che possa ritardare la realizzazione delle strutture. Certamente sono dei problemi reali, ma credo che proprio adesso le società meridionali, nella fattispecie mi riferisco ai siciliani e calabresi (i primi ad avere dei benefici diretti), siano pronti ad affrontarla a viso aperto ed armi pari. Non facciamoci scappare questo treno! Facciamoci trovare pronti con le nuove sfide che la globalizzazione prospetta!
A presto

Jackhero

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