martedì 29 gennaio 2008

Riflessioni precedenti alla decisione presidenziale

Ore 17.oo-29/01/2008 - In queste ore di convulsi incontri politico-istituzionali credo sarà molto difficile per il Presidente Napolitano riuscire a trovare una soluzione al complicato mosaico delle posizioni politiche.

Nonostante si attenda a breve il responso del Capo dello Stato è già toto-elezioni, o quello che succederà, da parte di giornalisti e commentatori a vario titolo accreditati.
Le posizioni sono fondamentalmente due: il fronte del "subito al voto", composto dai partiti del centro-destra escluso l'UDC (che giustamente cercano di cavalcare l'onda della delusione portata avanti dal governo Prodi) e il fronte del "dopo al voto", la creazione di un governo che permetta di fare le riforme necessarie, anche per consentire una riforma della legge elettorale necessaria per il Paese.
In questo composito scorcio politico è molto importante sottolineare diversi punti degni di attenzione (secondo il mio punto di vista):

1: l'UDC che, come in passato, continua a navigare lontano dalla direzione del centro-destra, creando un trasversalismo fuori da logiche politiche, con Rifondazione comunista, e dando anche la sensazione di voler sedere ad un governo (per il puro gusto di esserci, soluzione che s'era già prospettata quando si parlava di modello alla tedesca e lo stesso UDC si era dichiarato disponibile a sostenerlo).

2: il fatto che in queste ore siano coinvolte, nel già complicato scenario politico, anche quelle forze sociali che in passato sono state, si, presenti ma in tono minore e adesso danno l'idea di lobby americane, di veri e propri gruppi di interesse.
Da Confindustria alla CEI e Confcommercio hanno già espresso le loro posizioni sulla situazione.

A parte la considerazione politica fatta sull'UDC, emerge chiaramente come la società civile stia iniziando a parlare di politica o addirittura essere pressante sulla politica nazionale, non dimentichiamo gli spintoni dati da Beppe Grillo. Segno di una ritrovata passione? Segno che tutti hanno capito che in politica per fare bene è necessario il sostegno di tutti purchè si abbia un comune sentire morale oppure si inizia a far sentire il peso degli interessi che necessita di un lungo periodo (decennale) di attuazione, che in Italia non c'è mai stato (considerate il periodo di attuazione dei cicli economici)?. D'altronde il significato di posizioni di associazioni di industriali o commercianti è proprio quello: riuscire a fare una legge elettorale, grazie ad un governo di "transizione", che permetta una certa stabilità politica.
Ma il mio interrogativo è: perché soltanto adesso hanno deciso di scendere in campo?? Probabilmente per il fatto che in Italia non c'è davvero mai stata la possibilità di attuare dei programmi economici di lungo periodo a causa della pericolosità dei governi? O c'è dell'altro? Lo scopriremo presto!

A presto

JACKh

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