mercoledì 30 gennaio 2008

Riflessioni successive alla decisione presidenziale

Che qualsiasi scelta prendesse il Capo dello Stato, al termine delle consultazioni avvenute con le compagini politiche italiane, poteva essere una soluzione non plebiscitaria c'era da aspettarselo. Oggi, infatti, la politica italiana è arrivata all''inizio di un periodo di transizione che verrà gestito da uno dei "saggi" della politica nazionale e che si spera possa durare, il periodo di transizione, il meno possibile.
Franco Marini,da sempre di tradizioni popolari, ha assunto il ruolo, difficile, di formare un governo che conduca il Paese, e le camere, all'approvazione di una legge elettorale (riforma istituzionale), che consenta in futuro una maggiore stabilità politica degli esecutivi. Naturalmente tutto è avvenuto con la presenza costante di trambusti che hanno imperversato lo scenario pubblico. Siamo infatti passati dalle posizioni oltranziste dei partiti di centro-destra e centro-sinistra a posizioni assunte dal partito di centro per antonomasia, l'UDC, che ha di fatto sottolineato la propria democristianità facendo avanti e indietro da una posizione all'altra senza comunque trovare una soluzione unitaria al'interno del partito stesso (vedi dichiarazioni di Baccini). Quello che mi auguro come semplice cittadino, ma anche appassionato della vita politica nazionale, è che la scelta presa dal Presidente Napolitano risulti alla fine la scelta più saggia. Non è detto, tuttavia, che quello che ci auguriamo coincida con quello che effettivamente accadrà. Sono pienamente convinto che i partiti che sostengono il fronte del "subito al voto" non renderanno vita facile ad un governo che già parte, almeno sembra, sconfitto visto che verosimilmente non riceverà il necessario contributo di partiti grossi quale Forza Italia.
Io,sinceramente, credo che adesso si debbano compiere delle scelte, istituzionali, che possano condurre a delle previsioni politiche, ma anche economiche e sociali, di maggiore stabilità. Ciò può soltanto essere assicurato dall'approvazione di una legge elettorale che sia condivisa da tutti e dove tutti siano pienamente convinti che questa è l'unica strada, per l'Italia, per assicurare un florido futuro politicamente, socialmente ed economicamente, soprattutto, parlando.
Mi auguro fortemente che coloro che hanno in questi giorni sostenuto la necessità di chiamare da subito gli italiani alle urne, con incostanza rispetto alle volontà di qualche tempo prima (questo è da sottolineare), si facciamo oggi garanti di una moralità politica che possa condurre il Paese all'uscita da una crisi davvero nera che soltanto le riforme istituzionali possono assicurare. In poche parole il succo è: Napolitano ha deciso di far formare un governo di transizione e tu non sei d'accordo? una volta che la decisione è presa, e non si può tornare indietro, adoperati per il bene del Paese.

Jackhero

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